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19
GIUGNO
2015
L'INDRO
NOTIZIA PUBBLICATA IL 19 Giugno 2015

Crisi del disco: voci a confronto

L’analisi del produttore Dado Parisini e del Maestro Marco Falagiani

Marcello Lazzerini

Non c’è negoziante o rivenditore di dischi che non lamenti un sensibile calo nelle vendite di cd,
eppure le loro vetrine sono piene di nuovi e vecchi album, anche in vinile. “Che vuoi, questo è il
nostro mestiere al quale ci dedichiamo con passione da anni e le strade per superare questa situazione
non dipendono certo da noi, per quello che possiamo fare noi lo facciamo, inventandoci nuove proposte,
che proprio nuove non direi, come quella di rimettere in circolazione album d’epoca, vintage anche se
vecchi non sono tanto, per accontentare ogni richiesta della clientela che da anni ci segue e di cui
conosciamo gusti e abitudini…..” è la risposta di uno dei rivenditori più noti di Firenze, nei pressi della
Stazione di SM Novella. Ma i giovani comprano? “Sì e no, pochi sono affezionati all’album e
preferiscono scaricare dai siti i brani preferiti……”. Le parole del titolare del negozio trovano puntuale
riscontro in quelle di alcuni protagonisti del sistema musicale italiano.
“La situazione è catastrofica, ad occhio e croce penso che il calo nelle vendite di album dagli anni
Duemila ad oggi possa aggirarsi intorno all’80 per cento….chi poteva fare qualcosa non l’ha fatto e oggi
subiamo le conseguenze di questa inerzia”. A mettere il dito sulla piaga è uno dei più noti musicisti,
compositori e produttori italiani di fama internazionale: Dado Parisini. Fiorentino, anche lui è cresciuto
artisticamente negli anni 80 in quella 'bottega' rinascimentale legata al nome di Giancarlo Bigazzi, poi ha
preso la sua strada volando su cieli lontani. E’ lui che ha scoperto, prodotto e portato al successo
l’esordiente Laura Pausini, fino a ottenere prestigiosi riconoscimenti internazionali (venti milioni di
dischi venduti) compresi un Grammy Award e cinque Latin Grammy Awards. Il loro rapporto è durato fino a tre anni fa.
Ma oltre alla Pausini, Dado, ha prodotto cantanti di grande successo come Masini,
Tozzi, Raf, ha scoperto e lanciato al festival di Sanremo Paolo Vallesi e Irene Grandi. Ha collaborato a
colonne sonore (“Mary per sempre”, “Tutta colpa del Paradiso”) e alla produzione di giovani talenti tra i
quali Alessandra Amoroso, Emma e Marco Carta. Da tre anni produce Nek.

Dado, qual è la causa principale di questa crisi del mercato discografico?

Le cause sono diverse ed hanno a che fare con lo sviluppo tecnologico e con l’evoluzione della Rete, in
particolar modo da quando con l’mp3 si può scaricare in 20” un brano….spesso ciò avviene illegalmente.

Ma voi produttori, autori, cantanti non siete coperti dal diritto d’autore?

Sì, ma mentre in America o in Francia la legge punisce chi scarica illegalmente i file con multe salate, qui
siamo poco tutelati e i proventi derivanti dagli abbonamenti per lo Streaming non sono adeguatamente
distribuiti, scarse sono le possibilità di controllo. E questa contrazione nelle vendite porta anche ad una
riduzione degli investimenti per la produzione… Ora in due anni si produce il 10- 20% di ciò che si
produceva prima. Non c’è più l’industria discografica, economicamente parlando e anche da un punto di
vista creativo. E che futuro avranno i giovani che si dedicano oggi alla musica? I musicisti sono
sottopagati, spesso non hanno neanche i soldi per pagare le bollette, e i giovani andranno a suonare nelle
strade? E’ quello che ci dobbiamo chiedere.

In tv si racconta di grandi vendite, di grandi successi, di dischi d’oro, di platino…

Questa non è la verità. In effetti si premiano i milioni di ….contatti, la visibilità avuta da un dato interprete
sul web non è traducibile in altrettanti successi di vendita del prodotto. Tutto il sistema appare falsato e la
crisi è tragica…

Ma anche le cosiddette Radio Libere, che negli anni passati hanno svolto un potente ruolo
promozionale hanno perduto la loro funzione?

Il rapporto con le case discografiche si è rovesciato. Mentre le varie emittenti chiedevano alle case
discografiche la disponibilità di autori, cantanti e brani, oggi poche etichette hanno posizioni di
monopolio sue mezzi radiofonici e di diffusione e le altre case discografiche sono in ginocchio. E non si
pagano i diritti…

Dunque se ho ben capito, solo i concerti, gli spettacoli live possono garantire il successo, anche in
termini economici del sistema della musica pop prodotta in Italia?

Sono uno degli elementi di 'tenuta' del sistema, ma non riguarda tutti e tantomeno i giovani emergenti. I
grandi concerti negli stadi interessano solo pochi big….

Ma non riuscite a 'fare sistema', a tutelare maggiormente la nostra produzione musicale, a
rivendicare leggi adeguate?

Il fatto e è che chi potrebbe dare una spinta pensa a sé stesso e la strada si è fatta stretta.

Eppure non hai perso le speranze dal momento che con un gruppo di amici musicisti hai deciso di
dar vita a Firenze ad una scuola internazionale di alta qualità…

No, non possiamo rassegnarci né abbandonarci fatalisticamente all’andazzo. Non intendiamo mollare.
Anzi, OutOf Music School & Productions Florence, che è da poco operativa a Firenze ( in via Ghibellina
nel centro culturale delle Murate), vuol essere una risposta non banale alla grande crisi economica che
investe le case discografiche: qui ho investito tempo, energie e anche risorse economiche. Di fronte alle
porte chiuse che i giovani trovano da parte delle case discografiche che non investono più, qui vogliamo
aprire nuove strade, percorsi artistici d’eccellenza rivolti ai giovani ed ai progetti più interessanti
consentendo loro di studiare e confrontarsi con artisti e tecnici, in veste di docenti o di passaggio, di
livello internazionale. La nostra è una scuola unica in Italia con docenti di fama ed esperienza
internazionale. Solo la qualità può consentirci di superare questo stato di crisi. Da un pò di tempo infatti
canzoni di veramente belle non ce ne sono in giro ed è la qualità che intendiamo perseguire, perché la
musica continuerà ad esistere.

Il Maestro Marco Falagiani è un musicista compositore e direttore d’orchestra che vanta, nonostante
l’ancor giovane età, una lunga e intensa carriera: per ben 14 volte è salito sul podio del Festival di
Sanremo, per dirigere orchestre cantanti e brani che portano anche la sua firma, interpretati da Tozzi,
Baldi, Dick Dick, Equipe 84, Mia Martini Anna Oxa, con la quale ha condiviso un lungo sodalizio
professionale e, recentemente Fabrizio Moro, che ha portato al successo, nonché colonne sonore tra cui
quella per il film su Marco Pantani (“E mi alzo sui pedali”).

“Le cause della crisi del settore discografico sono tante e diverse. Certo la rete ha avuto la sua parte
nell’ accentuare il fenomeno, ma essa contiene “bonus e malus”, di buono c’è il fatto di aver abolito il
cd, i costi di trasporto, la velocità di acquisizione dei brani, di contro è difficile controllare lo
“scaricato” , da qualche tempo ci troviamo di fronte ad una svolta tecnologica … che sta cambiando
gusti, abitudini, atteggiamenti culturali e strumenti, determinando una sostanziale novità:quella secondo
cui la musica – tutta – non è più quel punto centrale di riferimento che era in passato…è percepita invece
come un elemento di sottofondo, che passa attraverso i mezzi audiovisivi, il cellulare, la
playstation….prima era considerata la colonna sonora della nostra vita, oggi non più, è come dicevo, un
sottofondo. Noi giovani di allora avevamo dei punti di riferimento, Battisti, De André, altri cantautori e
autori di alta qualità. Allora l’aspirazione di un giovane era quella di avere una chitarra, un organo
Hammond, uno strumento musicale a disposizione per dare sfogo al proprio estro, oggi non è più così.
Cosa emerge dal mondo giovanile?”.

Eppure, i giovani vengono proposti continuamente, a getto continuo nei vari Talent Show che
sembrano avere anche una funzione promozionale.

E’ vero, ma attraverso i Talent è la tv che esalta se stessa…..e l’interprete, il cantante è funzionale al
successo dello spettacolo tv. Agli interpreti si mette una banana in testa, una giacca a quadri, si dà
importanza al look, a come devono apparire, muoversi, gesticolare, ma non è questo quello che conta: si
punta allo scimmiottamento, al travestimento. Renato Zero era così anche nella vita di tutti i giorni, il
circo era lui stesso, quello di un grande artista e di una grande personalità…..è la qualità artistica della
proposta ciò che conta e che spesso oggi manca. Ti ricordi di un giovane che ha vinto un Talent uno, due
o tre-quattro anni fa? O anche un Sanremo? Ti ricordi di un brano di successo che segna un’epoca,
un periodo della nostra vita come avveniva negli anni passati?
Ti racconto un episodio significativo: di recente in Calabria ad una manifestazione in ricordo di Mia Martini, alla quale partecipavo, su un
centinaio di ragazzi che cantavano, 70 conoscevano solo “vecchie” e intramontabili canzoni, di
Donaggio, Endrigo, Battisti….perché? Perché son belle e se sono belle la gente se ne accorge…Certo è che
oggi la velocità di consumo, l’inadeguatezza del nostro sistema d’insegnamento musicale anche nei
Conservatori, contribuiscono ad alimentare un meccanismo che non produce niente di duraturo e ci
conduce contro un muro…

E tu ora cosa fai?

Continuo a scrivere musica, canzoni, colonne sonore….della musica non posso fare a meno. Sperando
sempre che …passerà.

A queste amare riflessioni, agli stimoli per ulteriori riflessioni di questi protagonisti della nostra musica
pop, credo valga la pena sentire anche il parere di un giovane, Giovanni Bigazzi, fotografo artistico che
incontro al Rifugio di Gualdo, importante certo d’arte sotto Monte Morello, quello che domina Firenze,
per l’esposizione delle sue foto. Giovanni non è solo un fotografo ma anche un musicista compositore e
arrangiatore, figlio del celebre Giancarlo, di cui porta avanti l’etichetta GB Music. “Purtroppo la musica
oggi la scarichi bypassando la rivendita, ci sono anche gli acquisti on line, ma non è più come prima.
Questo è un male generale, una tendenza inesorabile. Non per questo dobbiamo smettere di fare e
produrre buona musica. Magari ripercorrendo vecchie strade, andando incontro ai cultori del vinile, di
cui avverto un ritorno. Il cd o il disco devono poter essere conservati come un bel libro a cui tenere. Non
come un oggetto usa e getta. E la tutela non può essere fatta solo sulla vendita. Io ad esempio continuo a
produrre puntando sulla qualità convinto che la musica non muore mai”.